Zamparini ha paura, sbatte come un pesce a corto di aria, la Serie B non è più un incubo da cui risvegliarsi mettendo mano al portafogli: ennesimo ribaltone della sua carriera da mangia-allenatore (e ultimamente silura in scioltezza anche i direttori), via Gasperini e Lo Monaco, dentro Alberto Malesani e il redivivo Giorgio Perinetti. Il Palermo è una squadra in crisi d’identità: dall’inizio della stagione ha utilizzato la bellezza di 36 giocatori (per fare un esempio, la Juve è ferma a 25) e a gennaio ha operato una ventina di operazioni tra mercato in entrata e quello in uscita; contro l’Atalanta hanno fatto la loro prima comparsata al Barbera ben cinque nuovi calciatori (al secolo Nelson, Faurlin, Fabbrini, Boselli e Formica), senza contare gli altri neo-acquisti che avevano esordito prima. Una rivoluzione difesa dal tecnico uscente Gasperini:
“Avevo una grande opportunità dopo aver giocato a Palermo ci tornavo da allenatore. Un club a me familiare e con grandi potenzialità. Sono arrabbiato, deluso e amareggiato. I nuovi acquisti subito schierati? Era un tentativo di portarmi avanti con il lavoro. Boselli è il nuovo centravanti. Brienza è partito allora ho scelto Fabbrini, talentuoso e già pronto per il calcio italiano. Morganella non era al top, quindi Nelson. Forse ho forzato l’inserimento di Faurlin. Spiace non poter continuare adesso che l’organico è numeroso e più completo. Cosa è successo? Purtroppo non sono arrivati i risultati, dopo il derby. Vittorie che sono diventate pareggi e pareggi che sono diventati sconfitte all’ultimo minuto. Spesso si è raccolto meno di quanto meritavamo, ma i risultati fanno la differenza. Zamparini ha resistito tanto con me rispetto ad altre situazioni. Le mie vicende personali non mi hanno aiutato e gli ultimi tempi sono stati davvero difficili, in tutti i sensi”.
Sulla cresta di un’onda chiamata esasperazione, quella dei tifosi del Palermo che neanche riconoscono più i giocatori di rosa vestiti sul prato del Barbera, mister Alberto Malesani, presentato quest’oggi, ci ha tenuto subito a precisare: per ottenere la salvezza ci sarà bisogno di esperienza e nervi saldi. Ossia:
“Miccoli è il nostro capitano, è importante il capitano di una squadra in una situazione del genere. Anche Donati ha esperienza e dunque loro due sono fondamentali per me, saranno le persone a cui mi affiderò tanto, a prescindere dai sistemi di gioco”.
Prima volta più a sud di Siena per il tecnico veneto (con la sola eccezione di Atene), normale sia carico come non mai:
“La contestazione di ieri è normale, non ho visto nulla di barbarico. Prima di arrivare qui ho fatto un’analisi della rosa, anche questo mi ha portato qui, a dire sì al presidente. Dossena, ad esempio, l’ho fatto esordire io. Conosco Boselli, gli altri li sto conoscendo adesso, li ho visti solo in qualche spezzone e naturalmente non posso saperne molto. Ma al di là di questo spero che dentro il gruppo ci siano ragazzi che capiscano che stiamo ripartendo per dare una svolta. Purtroppo molti di quelli che costituiscono l’ossatura sono via per le amichevoli con le nazionali, quindi non posso rispondere completamente sull’umore, poi mi farò un’idea più precisa. Il mio lavoro è indirizzato anche sul modulo, ma adesso stiamo cercando di analizzare l’aspetto mentale, che conta di più nella vita. Ognuno di noi può dare il massimo, tutti dobbiamo mettere un tassello, per ora lavoriamo in questo senso”.
Ma come si fa di questi tempi ad accettare la chiamata di Maurizio Zamparini (a proposito, il primo a cui l’imprenditore friulano aveva chiamato era il corregionale Edy Reja, cortese nel rispedire al mittente l’invito a salire sulla barca alla deriva)? Malesani non è un tipo che si fa troppi problemi, è il suo carattere e se ha fatto una carriera più che buona forse è proprio per questo:
“Il presidente non ha dovuto fare tanto per convincermi perchè io sono sempre andato da chi alza la cornetta e mi cerca. Io sono molto pratico, poi ci siamo visti. Mi ha fatto un’analisi completa della situazione, io ci ho pensato un attimo quindi mi sono convinto”.
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